I renaioli

I renaioli

di M. Niccoli e G. Scala

 

I renaioli erano lavoratori che per poche lire estraevano la rena dal letto del fiume Arno come materiale da costruzione.
Essi lavoravano in varie parti dell’Arno, costituendo dei veri e propri rioni come ad esempio: il Pesciolino, Santa Rosa, l’Indiano, il Pignone, etc. ed ognuno lavorava entro i propri confini territoriali.
L’estrazione della rena veniva richiesta dalle imprese di costruzione e conobbe periodi di abbondanza e di carestia.
I renaioli navigavano sull’Arno con barchette a pertica (lunghe aste che servivano a navigare fiumi bassi) ed estraevano cosi’ tanta sabbia da fare concorrenza alla draga usata sull’argine dell’Indiano.

Si preferiva la sabbia dell’Arno a quella del mare, poichè aveva la capacità di legarsi con la calce.

Ogni casa a Firenze, infatti, e’ stata costruita con la rena dell’Arno poichè a differenza di quella dei giacimenti lungo le linee di displuvio dei monti vicini, che era molto fragile, quella dell’Arno era compatta e molto dura, in quanto formata dallo sgretolarsi di pietre molto forti e della pietra serena presenti sul letto del fiume.

Quando il fiume era in magra, i renaioli usavano la stanga utilizzata anche come remo, dopodichè,trovato il deposito di sabbia, la conficcavano e si ancoravano; infine, grazie alla stanga (pala a forma forma di cucchiaio) estraevano la sabbia.

Durante l’estate i renaioli lavoravano dalle cinque del mattino fino al tramonto, mentre durante l’inverno dalle sette fino a sera, però, a causa di diversi fenomeni atmosferici il loro lavoro era più duro.

I renaioli ogni giorno estraevano due metri cubi di rena e all’inizio del secolo venivano pagati quindici/diciotto lire dai barrocciai che caricavano il materiale sui carri trainati da cavalli e lo portavano nei cantieri.

Oltre ad estrarre la rena, i renaioli la  vagliavano attraverso grandi reti; c’erano diversi tipi di rete: quelle piccole per la rena fine, quelle grandi per la ghiaia. La rena fine non proveniva dal letto dell’Arno, ma dalle “mollaie” (depositi di sabbia lasciati dalla piena dell’Arno). Lavorare la rena fine richiedeva molto lavoro perciò era più costosa. Dopo aver scaricato la sabbia i renaioli si concedevano una pausa insieme alla famiglia che li raggiungeva sul posto di lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BIBLIOGRAFIA: M. FORLANI, Lungo l’Arno Firenze 1989, pp. 71-88

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